Danni da emergenze nazionali in Emilia Romagna 2019: ecco tutte le possibilità di rimborso

Fino al 2 marzo 2020 le aziende e i privati che hanno riportato danni in seguito 3 emergenze nazionali che hanno interessato l’Emilia-Romagna nel 2019 potranno presentare domanda di rimborso presso i Comuni di riferimento. Per le aziende produttive previsti contributi fino al 50% , che salirà all’80% solo nel caso di ripristino o sostituzione di macchinari, attrezzature, arredi o acquisto di scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti.

Gli eventi calamitosi riguardano:

  • il maltempo di maggio su tutte le Province del territorio, compresa l’alluvione di Villafranca nel forlivese;
  • il maltempo di giugno sui territori provinciali del reggiano, del modenese e del bolognese;
  • le piogge eccezionali di novembre sui territori di Piacenza a Rimini, compresa la rotta dell’Idice nel bolognese.

 

Vantaggi per i privati

I cittadini privati che hanno subito danni all’abitazione principale o alla seconda casa potranno chiedere gli indennizzi per il ripristino, la ricostruzione dell’abitazione distrutta o la sua delocalizzazione, la sistemazione o sostituzione di serramenti interni ed esterni, degli impianti di riscaldamento, idrico-fognario ed elettrico, di ascensori montascale e beni mobili, non registrati, come arredi ed elettrodomestici. Per le abitazioni principali, gli indennizzi potranno coprire fino all’80% dei danni nel limite massimo di 150 mila euro. Il tetto potrà salire fino a un massimo di 187 mila 500 euro per le case distrutte o da delocalizzare, destinate ad abitazioni principali del proprietario alla data dell’evento, con l’aggiunta di 10 mila euro “una tantum” per le demolizioni, se necessarie. Per le seconde case il contributo potrà invece arrivare fino al 50% e comunque nel limite massimo di 150 mila euro. In entrambi i casi, per danni superiori a 10 mila euro, alla domanda deve essere allegata una perizia asseverata.

 

Vantaggi per le attività produttive

Per le aziende, sono ammissibili anche le spese per il ripristino o la sostituzione degli impianti relativi al ciclo produttivo e di beni mobili registrati strumentali all’esercizio dell’attività economica, oltre che a macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. Per le attività produttive, i contributi potranno essere assegnati fino a un tetto massimo di 450 mila euro per ogni sede danneggiata. Il rimborso verrà concesso fino al 50% del valore minimo tra la stima della perizia asseverata che l’impresa deve fornire e il costo effettivamente sostenuto o da sostenere, se minore. La percentuale salirà all’80% solo per il ripristino o sostituzione di macchinari, attrezzature, arredi o acquisto di scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti.

 

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